LO SVILUPPO PSICOSPIRITUALE

Ci sono più cose in Cielo e in Terra di quante ne sogni la tua filosofia, Orazio”

(William Shakespeare – Amleto)

E’ fuori di dubbio che, evitando etichette come “Indaco” ed altre categorizzazioni New Age non sempre utili, negli ultimi decenni sono nate tante persone che spesso si sono sentite appartenenti ad una razza aliena (visto come vivono i loro simili) e di certo poco interessate a ciò a cui i propri simili ambiscono o a cui in teoria, in quanto umani, dovrebbero ambire, come gli abiti all’ultima moda, le famiglie cosiddette “normali”, professioni desiderabili almeno in teoria e via dicendo… In molti ci siamo sentiti, e ci sentiamo attualmente, profondamente diversi. Molti hanno a cuore l’ambiente, il benessere di tutti, principi di giustizia per tutti (ved. i Creativi Culturali) e, soprattutto, in molti sono nati con una spiccata sensibilità e profondamente telepatici. Ulteriori informazioni su una nuova umanità si possono trovare qui

Questa sensibilità non viene di certo né incoraggiata, né discussa in quanto la scienza, come la Chiesa, boccia tali interessi e preferisce ignorare tutte le cosiddette facoltà paranormali (che in realtà sono normalissime), troppo spesso pregiudicando negativamente, e quindi boicottando, gli studi seri sul potenziale umano già esistenti grazie alla parapsicologia, la quale studia scientificamente queste facoltà da decenni, prendendole sul serio.

Esorterei anche coloro che hanno forse il bisogno inconscio di sentirsi speciali a tutti i costi a riconsiderare la loro posizione. Se per esempio sono telepatici, sappiano in realtà che la telepatia è una facoltà normalissima di cui tutti siamo dotati, chi più chi meno. In effetti, così come per qualsiasi altro talento, tutte le facoltà intuitive si possono sviluppare da tutti noi con un po’ di attenzione e pratica.

Ciò che serve e di cui forse abbiamo più bisogno non è tanto sentirci speciali, quanto imparare a gestire la nostra innata sensibilità – in questo libro etichettata col termine generico di facoltà intuitive per non complicarci la vita – usandola nel modo più pratico possibile.

Questo libro si prefigge di aiutare coloro che sono curiosi, desiderano sentirsi più vicini al divino in sé, oppure sanno di essere particolarmente sensibili, non solo a sviluppare le proprie facoltà intuitive e il cosiddetto sesto senso, ma ad usarle per scopi benefici e pratici, che, sospetto, è il vero motivo per cui noi esseri umani siamo da sempre dotati di tali capacità. Inoltre, i tempi sono cambiati. Non abbiamo più bisogno di demandare a sciamani, sacerdoti e sacerdotesse degli antichi templi, guru e via dicendo la gestione, l’espressione e lo sviluppo della nostra spiritualità.

In realtà, mai come oggi, la responsabilità del nostro sviluppo psico-spirituale è nostra e solo nostra. Non è delegabile. E quindi tocca a noi creare un equilibrio nella nostra vita che non escluda questa sfera, che è invece ciò che la nostra società consumistica occidentale ci incoraggia a fare da decenni.

Certo è che l’aver messo in primo piano valori e principi spiritualmente ottusi e spesso psicologicamente dannosi, considerando la spiritualità come inutile o “roba per allocchi creduloni” non ha fatto molto per aiutare l’essere umano a stare meglio con sé stesso e i suoi simili. Un’altra conseguenza di tale atteggiamento è stato confondere la spiritualità con la religione. Religione e spiritualità sono totalmente distinte e sarebbe ora che questa distinzione venisse riconosciuta e compresa.

Nel mio piccolo, ho dato il mio contributo attraverso questo libro, ma devo ringraziare tutte le persone coraggiose che sono andate contro lo spirito dei loro tempi vedendo oltre e che hanno pensato bene di evolvere sia la psicologia comportamentista che la psicanalisi, dando forma prima alla psicologia umanistica e poi a quella transpersonale (lasciando cenni del suo sviluppo futuro, quindi attuale, in ciò che Assagioli stesso chiamò Psicoenergetica). Tra questi illuminati spiccano Abraham Maslow, William James e il nostro italianissimo Roberto Assagioli, grazie ai quali sono stati aperti altri orizzonti del potenziale umano, includendo lo sviluppo spirituale.  Ulteriori informazioni, per chi è interessato, si trovano qui.

Oggi le nuove frontiere della scienza ci insegnano che siamo tutti connessi e una consapevolezza effettiva e pratica di tale unità col Tutto può migliorare non solo la propria vita, ma quella altrui e, non meno importante, la vita del pianeta Terra. Sviluppare le proprie facoltà intuitive, dunque, aiuta a sentirsi parte del Tutto.

Sentirsi alieni, tanto per chiarire, non implica esserlo davvero, bensì semplicemente essere usciti dalla cosiddetta mentalità tribale. Siamo in tanti a sentirci così e ciò non rende nessuno di noi speciale, in quanto ciò sarebbe controproducente semmai. Agiamo invece per sentirci maggiormente parte di questo splendido pianeta nel modo a ciascuno di noi più consono.

Non possiamo lasciare il pianeta come l’abbiamo trovato! Tutti noi abbiamo un contributo speciale da dare e condividere e, sviluppando ciascuno il proprio potenziale incanalandolo in modo pratico, saremo anche facilitati nella comprensione di quale sia appunto il dono che ciascuno di noi ha da offrire agli altri, il nostro contributo speciale e lo scopo della nostra esistenza.

Procediamo quindi con alcuni chiarimenti ed istruzioni e, si spera, la nostra intuizione farà il resto. Forse è meglio cominciare tentando di inquadrare quale ruolo può avere nella nostra vita la decisione di sviluppare le proprie facoltà intuitive. Il nostro sviluppo psico-spirituale può rappresentare una influenza molto positiva nella nostra vita e diventare una filosofia che abbraccia infinite possibilità. Più rendiamo pratica l’applicazione di tale filosofia, più utile sarà ai fini di vivere meglio nella nostra pelle.

Una cosa a questo punto è certa. Abbiamo sempre una scelta. Possiamo scegliere di ignorare le sensazioni che abbiamo da sempre su situazioni, cose e persone, fingendo di non essere ipersensibili e di non avere accesso ad una certa verità interiore, oppure presumendo che si tratti di coincidenze fortunate, anche se tali sensazioni si rivelano puntualmente affidabili e veritiere. In alternativa, possiamo decidere di prestare attenzione ad una dimensione più sottile della nostra personalità prendendoci il tempo di comprenderla e svilupparla. E’ una nostra decisione.

Imparare a dipendere di più dal nostro navigatore interiore implica certamente espandere la nostra coscienza e ciò porterà inevitabilmente a vedere noi stessi e la nostra vita in modo diverso, più profondo ed autentico, lasciandosi dietro parecchie facciate e ruoli che non ci appartengono ma che sono serviti a fare contento chi ci circonda. Inutile negarlo – c’è un prezzo da pagare ad essere totalmente onesti con sé stessi e a volte alcune amicizie e relazioni finiscono. L’ho visto accadere diverse volte, purtroppo.

Il lato positivo però è che, essendo più autentici (rifiutando il tanto diffuso autoinganno) e mettendo in discussione le proprie cosiddette verità e convinzioni acquisite, si finisce per scoprire un altro lato di sé che porta a trattare le altre persone con più rispetto e tolleranza e persino con più amore nel cuore. C’è effettivamente un beneficio che si aggiunge alla propria vita una volta che si comprende che le energie che emettiamo e il modo in cui trattiamo noi stessi ed il prossimo ha ripercussioni su tutte le aree della propria vita e non c’è spazio per bugie o false verità.

Sarà più facile accettare la veridicità e l’affidabilità delle nostre percezioni quando esse sono molto forti; restano però percezioni sottili, senza necessariamente essere supportate da prove e non è sempre facile accettarle. Solo l’esperienza renderà seconda natura decifrare e vivere secondo i messaggi del nostro navigatore interno, ma, specie all’inizio, occorrerà avere un po’ di fede e continuare ad esercitarsi, a mettere in pratica gli esercizi proposti e a prendere regolarmente appunti su un diario dedicato allo sviluppo dell’intuizione (che raccomando caldamente di tenere anche per ricordare a sé stessi dei propri progressi).

Ci tengo a sottolineare che gli esercizi di visualizzazione proposti qui o altrove non vanno intesi alla lettera. Ciascuno visualizza a modo suo e non tutti sono fortemente Visivi, essendo magari più Cinestesici o Uditivi, a seconda dei casi. Basterà immaginare senza necessariamente vedere. Ogni esperienza è valida e porta comunque ad una espansione di coscienza ed alla consapevolezza di ciò che si nasconde nel proprio profondo inconscio.

Questa fase di crescita prevede che ci si concentri parecchio su sé stessi e sulle proprie percezioni; non si tratta di essere ossessionati da sé stessi e puramente egoisti – si tratta invece di voler sviluppare il proprio potenziale e di entrare in contatto con una parte di sé connessa con la propria anima, cioè la propria intuizione, la propria voce interiore, l’Io Superiore, il proprio vero sé – questa è la parte che “sa” certe cose senza ombra di dubbio. Sa e basta.

La nostra crescita è di grande beneficio anche per chi ci circonda alla lunga. Si tratta di acquisire maggior potere su sé stessi e non sugli altri, che questo sia chiaro. Quindi ci saranno dei momenti in cui saremo tentati di dispensare consigli non richiesti nel desiderio di aiutare il prossimo, ma, a meno che avremo già imparato a distinguere tra la voce dei nostri pensieri e giudizi e quella dell’Io Superiore, correremo il rischio di mal consigliare gli altri creando scompiglio e facendo danni, i quali creeranno karma da bilanciare in questa e/o altre vite. Nel dubbio, quando le nostre facoltà intuitive inizieranno a svilupparsi sempre di più, impariamo anche ad evitare di influenzare o consigliare gli altri, con la scusa che siamo in grado di “sentire/vedere” ciò che è meglio per loro. Limitiamoci ad offrire incoraggiamento e sostegno, insieme alle nostre preghiere semmai, senza tentare di influenzare il prossimo.

A proposito di preghiere, il nostro sviluppo psico-spirituale non è necessariamente connesso ad una pratica religiosa o ad una sola scuola di pensiero ed è importante non fossilizzarsi onde evitare bigottismi inutili. Ci saranno delle occasioni in cui certe sensazioni di déjà vu ci porteranno a pensare a memorie di vite precedenti; a parte le religioni orientali che abbracciano la reincarnazione, qui in Occidente la reincarnazione non fa parte dell’ortodossia. Quindi qualcuno di noi preferisce ignorare non solo le sensazioni di déjà vu, ma anche qualsiasi altra percezione cosiddetta extra sensoriale.

Ma cui prodest, a chi giova ignorare quelle sensazioni di déjà vu così diffuse che sembrano così familiari poiché avvenute in precedenza o vissute attraverso un sogno o forse in una vita precedente? Dopotutto, per quanto ne sappiamo, potrebbe trattarsi solo di alterazioni temporanee delle funzioni cognitive. Certo è che tali alterazioni presunte sono molto convincenti, specie quando capitiamo in un luogo che sembriamo conoscere benissimo pur non essendoci mai stati!

Il déjà vu è solo una delle nostre facoltà intuitive continuamente all’opera nella nostra vita. Se decidiamo di addestrare le nostre facoltà intuitive e psichiche, lo scopo sarà non solo quello di avere maggiore controllo, ma di renderle più affidabili per trarne vantaggi pratici, prendendo le nostre decisioni con sempre maggior saggezza ed evitando complicazioni che possono essere evitate se solo imparassimo ad ascoltare meglio noi stessi ed il nostro navigatore psichico interiore.

Prima di passare agli esercizi utili allo sviluppo della nostra intuizione, che si trovano nei capitoli 6 e 7, ho ritenuto utile offrire qualche definizione e chiarimento nei prossimi capitoli. Prima di procedere, esorterei il lettore a finire una prima lettura di tutto il libro, per poi tornare ai due capitoli che elencano gli esercizi di sviluppo, avendo però letto tutto il resto ed avendo quindi, si spera, un quadro globale più chiaro.

TRATTO DAL MIO LIBRO LE FACOLTA’ INTUITIVE – CONOSCERE E SVILUPPARLE, ORDINABILE IN FORMATO EBOOK QUI

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